Karate

L’attività si svolge il martedì e il venerdì, dalle ore 18.15 alle ore 19.15 per bambini e ragazzi, dalle ore 19.15 alle ore 20.15 per agonisti e adulti.

Karate (空手?) è un’arte marziale nata nelle isole Ryukyu, (la cui più grande è l’isola di Okinawa), in Giappone. Fu sviluppato dai metodi di combattimento indigeni chiamati: te (手? lett. “mano”) e dal kenpō cinese. Prevede la difesa a mani nude, senza l’ausilio di armi, anche se la pratica del Kobudo di Okinawa, che prevede l’ausilio delle armi tradizionali (Bo, Tonfa, Sai, Nunchaku, Kama), è strettamente collegata alla pratica del karate. Attualmente viene praticato in versione sportiva (privato della sua componente marziale e finalizzato ai risultati competitivi tipici dell’agonismo occidentale) e in versione arte marziale tradizionale per difesa personale. Nel passato era studiato e praticato solo da uomini, ma col passare dei secoli anche le donne si sono avvicinate a questa disciplina.

Il karate fu sviluppato nel Regno delle Ryūkyū prima della sua annessione al Giappone nel XIX secolo. Fu portato sul continente giapponese durante il periodo degli scambi culturali fra i nipponici e gli abitanti delle Ryukyu. Nel 1922 il Ministero dell’Educazione Giapponese invitò Gichin Funakoshi a Tokyo per una dimostrazione di karate: la National Athletic Exhibition. Nel 1924 l’Università Keio istituì in Giappone il primo club universitario di karate, e nel 1932 tutte le maggiori università avevano i loro club. In un’epoca di crescente militarismo giapponese, il nome fu modificato da mano cinese (唐手?) a mano vuota (空手?)– che in entrambi i modi viene pronunciato karate – ad indicare che i nipponici svilupparono una forma di combattimento di stile giapponese. Dopo la seconda guerra mondiale Okinawa divenne un importante sito militare statunitense, ed il karate divenne popolare tra i soldati stanziati sulle isole.

Shigeru Egami, capo istruttore del Dojo Shotokan, riteneva che “la maggior parte dei sostenitori del karate nei Paesi oltre mare vedeva questa disciplina solo come una tecnica di combattimento. Film e televisione rappresentavano il karate come un modo “misterioso” di combattere, capace di causare la morte o il ferimento dell’avversario con un singolo colpo. I mass media lo rappresentavano come una pseudo arte lontana dalla realtà.” Shōshin Nagamine scrisse: “Il karate può essere considerato come una lotta con se stessi, o come una maratona lunga tutta la vita che può essere vinta solo attraverso l’autodisciplina, il duro allenamento e i propri sforzi creativi.” (testo tratto da wikipedia)